Condivisione e convivialità, i segreti della dieta mediterranea
25 giugno 2024La salute è strettamente collegata a una dieta sana e a un’adeguata attività fisica.
Ma alimentazione e attività fisica possono fare di più, facilitando la creazione di reti sociali tra le persone che, a loro volta, possono promuovere il benessere. La convivialità e la commensalità – spesso sottovalutate – sono un caposaldo intrinseco della dieta mediterranea, che possono portare benefici per la salute, in quanto la preparazione e la condivisione del cibo possono promuovere il benessere psicologico ed uno stile di vita sano.
Dieta mediterranea… in compagnia. La dieta mediterranea è conosciuta per essere uno stile di vita salutare, collegato alla longevità, al benessere psicologico, alla bassa incidenza di malattie cronico-degenerative, di ansia e di depressione. È quindi una dieta non solo sana, sostenibile e bilanciata sotto il profilo nutrizionale, ma è anche caratterizzata dalla tradizionale preparazione e condivisione del cibo. L’atto del mangiare è una pratica quotidiana che non si limita a soddisfare i fabbisogni nutrizionali, ma coinvolge anche una dimensione sociale, che è parte del processo che ha costruito la civiltà e le culture alimentari di tutto il mondo. La commensalità, cioè l’atto del mangiare insieme e di condividere un pasto a tavola in compagnia di altre persone, che sia una cena formale, un momento di festa o un normale pasto in famiglia, è una pratica sociale profondamente radicata nel corso dell’evoluzione umana. Questo fenomeno risale addirittura ai nostri predecessori primati che si impegnavano nella condivisione del cibo per il sostentamento della specie, visto come un fattore chiave per aumentare la sicurezza di tutto il gruppo.
La scienza attesta il valore della convivialità. L’atto di condividere i pasti attorno ad un tavolo e di mangiare insieme è stato riconosciuto da diversi studiosi come un fenomeno sociale fondamentale della dieta mediterranea, caratterizzata dal valore culturale della convivialità e del piacere derivante dalle esperienze alimentari condivise. È quanto emerge da un recentissimo studio, pubblicato su Science Direct dai ricercatori italiani Elisabetta Bernardi e Francesco Visioli, Fostering wellbeing and healthy lifestyles through conviviality and commensality: Underappreciated benefits of the Mediterranean Diet, che si è proposto di analizzare i benefici meno noti della dieta mediterranea, come la convivialità e la commensalità, che possono infondere buonumore, aiutare a ridurre il rischio di cancro e di depressione e quindi allungare la vita: questo grazie al rilascio di sostanze neurochimiche, come l’ossitocina e le endorfine, alla base della felicità che caratterizza questi momenti di festa e di condivisione dei pasti. Dai risultati emerge che le persone che hanno forti legami sociali e un senso di comunità sono risultate più sane di quelle socialmente isolate, con un minor rischio di depressione e ansia, anche negli adolescenti, una migliore salute mentale, nonché un minor rischio di problemi di salute fisica come malattie cardiache, ictus e diabete. Il piacere di condividere un agisce positivamente anche le nostre scelte e i nostri modelli alimentari, incoraggiando le persone a provare cibi nuovi e sani, di cucine culturali diverse e promuovere una dieta varia ed equilibrata. Gli adulti che mangiano da soli infatti tendono a consumare meno frutta e verdura e più fast food rispetto a quelli che mangiano in compagnia.
Fonti: ScienceDirect, Carni Sostenibili