Dal benessere animale all’etichetta: i perché di una filiera avicola da esportare
10 marzo 2020Dall’alimentazione dei polli fino alle nostre tavole, tutto quello che c’è da sapere sulla filiera avicola italiana
Qualità ed efficienza – Il pollo italiano è frutto di una filiera avicola in grado di garantire qualità ed efficienza. Un fiore all’occhiello della nostra imprenditoria che offre benessere animale e qualità del prodotto. Un aspetto da sottolineare sempre è la provenienza 100% italiana del pollo consumato sulle nostre tavole, nato e allevato nel nostro paese. Una filiera avicola d’eccellenza è il motivo per il quale il pollo è uno degli alimenti più amati a tavola dai consumatori di tutte le età ed inviato all’estero.
Tradizione e innovazione – La filiera avicola è totalmente autosufficiente: dall’allevamento alla trasformazione fino alla consegna delle carni. Inoltre, segue un modello di sicurezza alimentare regolato da norme e controlli che garantiscono l’igiene di processo e un elevato standard di sicurezza. Sottolineiamo, infine, la capacità degli avicoltori italiani di aggiornarsi e di rendere gli allevamenti sempre più tecnologici. Il pollo italiano, quindi, è sottoposto a controlli accurati su mangimi, allevamenti, trasformazione, confezionamento e logistica.
Sfatiamo i falsi miti– Polli e tacchini si nutrono di cereali integrati da grassi, integratori vitaminici e sali minerali. La legge italiana e le norme europee vietano l’uso di ormoni, per cui non corriamo il rischio di mangiarli. Inoltre, già dal 2006, negli allevamenti avicoli italiani, è vietata la somministrazione di antibiotici come promotori della crescita del pollo.
Etichettatura – Con il Decreto Ministeriale del 29 luglio 2004, l’Italia ha regolato la possibilità di dare informazioni sull’origine delle carni, sul sistema di allevamento, sulla tipologia di alimentazione e rispetto del benessere animale. La Commissione Europea, ha stabilito l’obbligo di origine delle carni avicole solo nel 2015. Il Disciplinare dà ancora la possibilità di rendere disponibili al consumatore una serie di informazioni aggiuntive. Queste vengono controllate dal CSQA, che pianifica una serie di audit definiti in un Piano dei controlli anch’esso approvato dal Ministero.