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Fake News

La leggenda degli ormoni nella carne di pollo & co

Smentiamo una delle fake news più  gettonate sulla filiera avicola 100% italiana, quella sull’utilizzo degli ormoni

Quando si parla di pollo e carni bianche in generale, bisogna fare sempre attenzione a quello che si legge. Purtroppo, sempre con maggiore frequenza, ci troviamo di fronte a fake news prive di fondamento che vanno a ledere il grande lavoro che la filiera avicola 100% italiana e tutti i suoi protagonisti, allevatori in primis, compie ogni giorno per assicurare un prodotto buono a sano ai consumatori e garantire il benessere animale.

Combattiamo i luoghi comuni – Una delle fake news più citate ed acchiappa click, è sicuramente quella legata all’utilizzo degli ormoni in avicoltura. I primi ad essere allarmati da queste leggende sono i genitori, sempre attenti a quello che danno da mangiare ai loro piccoli ma che molto spesso si lasciano influenzare dalle fake news pubblicate da fonti prive di attendibilità. Una scena alla quale è, ormai, abituato Andrea Vania, responsabile del Centro di dietologia e nutrizione pediatrica del Policlinico Umberto I di Roma: “Gli ormoni nel pollo sono un pregiudizio molto diffuso, a volte anche tra i miei colleghi, ma non sostenuto da nessun dato di fatto – spiega – . Alle mamme che me lo chiedono, magari allarmate da qualche notizia o da qualche medico che ha ancora questo pregiudizio, dico di stare tranquille. Non c’è nessun motivo per limitare in età pediatrica il consumo di un alimento come il pollo che invece ha tante qualità nutrizionali”.

Una filiera virtuosa e trasparente – Le parole dell’esperto ci aiutano a confutare quella che è una vera e propria leggenda, in quanto  è importante sottolineare che l’uso di ormoni è illegale e severamente proibito dalle leggi italiane ed europee, le più severe al mondo, e non trova alcun riscontro nelle migliaia di controlli che vengono effettuati ogni anno nell’ambito del Piano Nazionale Residui coordinato dal Ministero della Salute. In secondo luogo gli ormoni, in particolare, sarebbero efficaci solo per la crescita dei mammiferi e i polli non lo sono, il che renderebbe il loro utilizzo antieconomico per l’allevatore. Non c’è dunque alcun rischio di trovare residui di queste sostanze nelle carni bianche che consumiamo quotidianamente.

Benessere e sostenibilità –  I polli e i tacchini che portiamo sulle nostre tavole sono più grandi e pesanti rispetto a quelli di trent’anni fa, ma questo non dipende dall’utilizzo di ormoni o altre sostanze dannose per la salute degli animali e dei consumatori. Nel corso degli anni la filiera avicola 100% italiana ha migliorato le proprie metodologie di allevamento, tenendo in grande considerazione il benessere degli animali, rendendoli floridi, anche grazie a un contatto costante con i veterinari, a controlli incrociati e accurati e all’utilizzo della tecnologia che permette agli allevatori di essere sempre aggiornati sul loro stato di salute. Infine, l’attenzione all’alimentazione degli animali che in Italia vengono nutriti con alimenti di origine vegetale come grano, granturco, soia, vitamine e minerali.

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Fonte: quimamme.corriere.it